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Quanto amore per un cane guida!

Corriere dei Ciechi – Numero 6 del 2021

Titolo: ATTUALITÀ- Quanto amore per un cane guida!
Autore: Elena Ferroni

Articolo:
Era il mese di ottobre di due anni fa, quando l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI) con i suoi dirigenti nazionali e territoriali, ha dato appuntamento a tanti cani guida, alle scuole di addestramento presenti in Italia e alla cittadinanza tutta di Firenze, per festeggiare questo speciale amico a quattro zampe. Quella giornata di sole e gioia di fine ottobre, ha permesso all’associazione di recuperare quanto basta per l’acquisto di due cuccioli di razza labrador retriever e donarli alla Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi di Scandicci: Sono così arrivati la bionda Camy ed il fratello Cento dal manto nero. Adesso i due cuccioli stanno crescendo tra le cure e le attenzioni delle famiglie che li tengono in affidamento per un anno, fino a che non inizieranno il vero e proprio percorso di addestramento per diventare guide per ciechi. Sonja e Marco, rispettivamente affidatari di Cento e Camy, nelle righe che seguono, ci racconteranno la loro esperienza con i cuccioli.

Come ha preso la decisione di diventare famiglia affidataria?
“Noi avevamo un cane nostro, un bovaro del bernese che a 12 anni è stato avvelenato” racconta Sonja. “Non ce la siamo sentita di prendere un altro cane… Tanto era il desiderio di averne uno, abbiamo trovato questa soluzione, siamo venuti a conoscenza di questo programma, io ho un’amica svizzera che ha sempre avuto in affidamento cani per non vedenti. Allora ci siamo proposti alla scuola e due settimane dopo ci hanno chiamato per dare la prima cucciola. E poi è un continuo, ne rendi uno e ne arriva un altro, Cento è il quinto che abbiamo, sono stati con noi una femmina di labrador e tre golden, siamo affidatari già da diversi anni. Il nostro lavoro noi lo facciamo con tutti, poi se i cani non possono essere addestrati come guide, per un motivo o per un altro, imperterriti si va avanti, non ci si ferma. Infatti noi continueremo anche dopo Cento e poi quando non ce la faremo più a lavorare con i cuccioli, prenderemo i cani anziani che rientrano alla scuola di addestramento per varie ragioni”. Marco invece, che ora sta crescendo Camy, è stato affidatario di due cuccioli, futuri cani guida, iniziando questo suo percorso già all’età di 17 anni: “Un mio cugino si recò da bambino a visitare la scuola cani guida e portò a casa il volantino. Io allora chiamai – racconta – e presi subito il primo, un pastore tedesco che non risultò idoneo, dopo un labrador poi consegnato ad un non vedente in Sicilia. Da queste due esperienze di molto tempo fa, si arriva ad oggi – dice Marco – al periodo della chiusura dovuta alla pandemia dello scorso anno. Tutto si è rallentato, da prendere tre treni e due aerei ogni settimana per lavoro, sono passato a stare fisso a casa. Mia moglie Maria Claudia non aveva mai avuto un cane, diciamo che io l’ho convinta a provarci ed è stata un’esperienza incredibile, la gioia che porta un cucciolo in casa è indescrivibile. Anche lei infatti è stata completamente travolta da questa serie infinita di emozioni: io sapevo già a cosa andavo incontro, perché lo avevo vissuto due volte, per mia moglie invece era tutto nuovo. È bastata qualche settimana perché anche lei realizzasse quanto un cucciolo ti stravolge la vita e non se ne può più fare a meno. Secondo me è la forma più bella di volontariato che si possa fare” aggiunge Marco. “Da tempo si diceva che con la vita che conducevamo non riuscivamo ad aiutare gli altri, perché oltre ad un impegno economico, l’aiuto a mio avviso vero è quando tu dedichi il tempo, il tuo tempo per qualcun’altro che può averne bisogno. Quindi abbiamo detto che era giunta l’ora di realizzare qualcosa e abbiamo fatto domanda alla scuola. Ci hanno convocato per l’intervista iniziale e dopo mi hanno chiamato dicendo che, se avessimo promesso di dedicarci tanto tempo, ci potevano dare uno dei due cuccioli che proprio non possono fallire, perché sono stati donati dall’Unione Ciechi e perciò c’è da impegnarsi. Inizialmente ci volevano dare il maschio, ma poi è stato deciso per Camy”.

Come sta andando l’esperienza con il cucciolo?
“Noi viviamo fra Firenze e Milano e Camy si sposta con noi” racconta Marco. “A Firenze abbiamo una casa di campagna e a Milano invece siamo in appartamento in piena città. Questo credo sia piaciuto anche agli istruttori della scuola, Camy ora vede due case completamente diverse, passa da un ambiente più tranquillo con il giardino, al contesto della città, penso sia un’esperienza molto formativa per lei. La cucciola è con noi dal 6 marzo, più o meno è stata per metà del tempo a Firenze e per metà a Milano, dove io la porto sempre con me in ufficio. Lo scorso weekend siamo stati al mare, l’abbiamo portata in agriturismo con noi, al ristorante e in spiaggia. Camy è veramente un cane intelligente, è un po’ testarda perché vuole giocare con tutti: ora un po’ meglio, ma all’inizio se lei vedeva una persona a diversi metri ed era al guinzaglio, si strozzava quasi per andare a salutarla, se vedeva un cane non ti dico… Riguardo ai comandi base che le abbiamo insegnato io e mia moglie, in un solo giorno li ha imparati. Quindi si può dire che è veramente una cucciola intelligente e super espansiva, molto giocherellona. Anche con la scuola di addestramento tutto benissimo, sono di grande aiuto per noi. L’aspetto che mi ha sorpreso di più è il fatto che sono sempre disponibili, a tutte le ore e si vede proprio che lo fanno con passione, non solo tanto per lavorare”.
“Cento è bellino e molto bravo. Inizialmente eravamo un po’ preoccupati” – afferma Sonja – perché avevamo già avuto un labrador della scuola, la nostra prima in affidamento, era incontenibile, mangiava tutto in casa, era agitatissima. Dopo invece abbiamo tenuto tutti golden retriever con cui ci siamo trovati benissimo, l’ultimo che abbiamo cresciuto è in consegna alla persona non vedente proprio in questa settimana. Eravamo rimasti senza cane – continua Sonja – ed aspettavamo una cucciolata di razza golden. Un giorno ci ha chiamato la responsabile dei cuccioli, ci ha detto di questo labrador nero, che serve una famiglia con esperienza perché è un cane importante, è stato donato dall’associazione Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che festeggia il suo secolo di vita. E allora siamo andati a finire con Cento! Siamo anche rimasti sorpresi piacevolmente perché è un cane bravo, direi eccezionale: Lui non ha toccato nulla in casa, è con noi da poco più di due mesi, è già quasi 20 kg ed è veramente dolce, un buon cane. Quando lavoro con lui mi guarda e vuole far bene, vedo che ama compiacere e questo per un cane guida sarà una virtù. Come gli altri cani che abbiamo avuto, Cento fa una vita di famiglia normale con mio marito e le figlie – prosegue Sonja – poi io ci lavoro di più: noi abbiamo il compito di educare Cento alle richieste di obbedienza classiche e lo esponiamo a più stimoli possibili (autobus, treno, aeroporto, centro commerciale, scale mobili, ristorante, bar). Così il cane già da piccolino è abituato a tutto. La prima cosa che facciamo è portarli sulle scale mobili, fin da quando hanno due mesi e loro ci salgono tranquilli. Infatti quando vedo una scala mobile, io lo porto sopra anche se non ci devo andare. Se fai l’errore di fargli passare un’esperienza brutta può diventare un problema – riflette Sonja – tutte le esperienze che facciamo sono positive e le collega ad un quotidiano normale. Noi trattiamo bene Cento, come chiunque vuole bene agli animali, i cani avuti in affidamento sono cani di famiglia che vivono con noi continuamente, sono abituati a tutto, lo portiamo anche al maneggio dei cavalli. Alla scuola Cani Guida per Ciechi di Scandicci poi ci troviamo bene, con alcuni degli addestratori è nata anche un’amicizia, è una bella organizzazione. Vedi, noi così colleghiamo il piacevole con l’utile – continua Sonja – io ho la passione per gli animali e mi piace anche lavorarci, perché poi questi sono cani importanti per le persone che ne hanno bisogno. Quando il percorso con i cani affidati arriva a termine e li vediamo nel lavoro, questo ti riempie di orgoglio perché sai che una parte di quel lavoro l’hai fatta tu, è una bellissima sensazione vederli al lavoro” conclude Sonja.
C’è un episodio particolare capitato in questo periodo con il cucciolo?
“Questi cani arrivano in casa nostra dove ci sono due gatti – dice Sonja – e uno dei due gatti è rosso, si chiama Caramel ed è cresciuto con un golden retriever dato dalla scuola di addestramento. Il gatto quindi non ha nessunissimo timore. Quando arrivano questi cuccioli in casa che non hanno mai visto i gatti, si trovano questo gattino che va lì, li lecca, si sfrega con loro e giocano insieme. È veramente bellissimo da vedere. Adesso Cento e Caramel si cercano a vicenda, stabiliscono un rapporto nonostante cane e gatto abbiano un linguaggio del corpo completamente diverso, insomma si può proprio dire che questi due sono diventati grandi amici!”.
“L’evento più buffo da quando Camy è con noi, – dice Marco – è successo lo scorso fine settimana: non abbiamo mai voluto che lei entrasse nella nostra camera, fatto che va bene anche alla scuola perché non si sa poi come il non vedente vorrà fare ed è bene che lei non si abitui a dormire attaccata alla persona. Portandola al mare in agriturismo ovviamente Camy dormiva in camera con noi, il fatto buffissimo è che ci siamo accorti che russa tantissimo e quindi lei era l’unica che riusciva a dormire. Verso l’una di notte ci siamo guardati con mia moglie ed abbiamo deciso di metterla in bagno, dove ha continuato a russare, ma così almeno siamo riusciti a dormire anche noi!”.
Che cosa auspichi per il futuro di questo cucciolo?
“Io mi aspetto, anzi sono sicuro – dice Marco – che Camy sarà di aiuto e farà felice una persona non vedente. Mi auguro anche che si possa rimanere in contatto con chi la prenderà, questo mi farebbe veramente piacere. Vorrei che si potesse creare un rapporto con la persona a cui Camy sarà destinata e dopo il primo periodo, di tanto in tanto andarla a trovare”.
“L’unica cosa che mi auguro – dice Sonja – è che Cento faccia una bella vita con una persona che gli voglia bene e non lo guardi solo come cane guida, ma lo guardi come un compagno di vita con cui passare un pezzo di strada insieme, che contraccambia l’amore e la fiducia che il cane gli dà. Questi cani danno tutto e si meritano di essere amati!”.

A conclusione di tante belle emozioni condivise durante lo scambio con Sonja e Marco, come donna non vedente io stessa, che ha il privilegio di essere affiancata negli spostamenti della vita quotidiana da un cane guida, il quale ha compiuto il medesimo percorso educativo di Camy e Cento, non posso che essere profondamente grata all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Toscana per aver donato i due cuccioli alla Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi di Scandicci, e a queste due famiglie che li stanno crescendo con impegno. Il cuore dunque osa desiderare che entrambi questi amici a quattro zampe così furbi e socievoli, all’età di un anno, avranno le caratteristiche comportamentali e di salute indispensabili per iniziare l’addestramento, che li farà guide attente ai passi di due non vedenti, oltre che loro compagni di vita.